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Autorità Accademiche dell'Istituto Teologico Salernitano ISTITUTO TEOLOGICO SALERNITANO PONTIFICIA FACOLTA' TEOLOGICA DELL'ITALIA MERIDIONALE Home L'Istituto Profilo e Missione Autorità Accademiche Governo dell'Istituto Offerta formativa Pubblicazioni Bollettino "Ioannes Paulus II" Rivista "Matthaeus" < Torna a SEMINARIO AUTORITÀ ACCADEMICHE BELLANDI mons. Andrea Moderatore | Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acern o Incarichi: ■ Arcivescovo Metropolita Primate di Salerno-Campagna-Acerno CORALLUZZO don Francesco Direttore d'Istituto | Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acern o Incarichi: ■ Docente stabile di Filosofia Teoretica presso l'Istituto Teologico Salernitano e l'Istituto Superiore di Scienze Religiose "San Matteo Contatti: donfrancescocoralluzzo@gmail.com Orario di ricevimento Il Direttore d'Istituto riceve il lunedì dalle ore 9,45 alle ore 11,30 o per appuntamento SPISSO don Domenico Segretario d'Istituto | Arcidiocesi di Saler no-Campagna-Acern o Incarichi: ■ Docente di Sacra Scrittura presso l'Istituto Teologico Salernitano e l'Istituto Superiore di Scienze Religiose "San Matteo ■ Parroco della Parrocchia S. Pietro a Resicco in S. Pietro di Montoro ■ Parroco della Parrocchia Santi Eustachio e Antonio Abate in Montoro Contatti: dondomenicosp@gmail.com Orario di ricevimento La Segreteria dell'Istituto è aperta dal martedì al giovedì dalle ore 8,30 alle ore 12,00.
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Profilo e Missione dell'Istituto Teologico Salernitano ISTITUTO TEOLOGICO SALERNITANO PONTIFICIA FACOLTA' TEOLOGICA DELL'ITALIA MERIDIONALE Home L'Istituto Profilo e Missione Autorità Accademiche Governo dell'Istituto Offerta formativa Pubblicazioni Bollettino "Ioannes Paulus II" Rivista "Matthaeus" < Torna a SEMINARIO PROFILO E MISSIONE L'Istituto Teologico Salernitano, affiliato alla Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale, è l'ente accademico che offre la formazione intellettuale, filosofica e teologica, ai Seminaristi della nostra Metropolia e ad alcuni Ordini Religiosi sparsi sul territorio. Il percorso di studi comprende un biennio filosofico e un quadriennio teologico con il conferimento del Baccalauretao in Sacra Teologia. Dalla Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis , nn.116-117. La formazione intellettuale è finalizzata al raggiungimento, da parte dei seminaristi, di una solida competenza in ambito filosofico e teologico, nonché di una preparazione culturale di carattere generale, tale da permettere loro di annunciare, in modo credibile e comprensibile per l’uomo di oggi, il messaggio evangelico, di porsi proficuamente in dialogo col mondo contemporaneo e di sostenere, con la luce della ragione, la verità della fede, mostrandone la bellezza. Con diligente cura, i candidati al presbiterato dovranno prepararsi, attraverso l’approfondimento delle scienze filosofiche e teologiche, e con una buona introduzione al diritto canonico e alle scienze sociali e storiche, a “rendere ragione della speranza” (cf. 1Pt 3,15), al fine di favorire la conoscenza della Rivelazione di Dio e di portare tutte le genti all’obbedienza della fede (cf. Rm 16, 26). La ragione aperta al mistero di Dio e orientata a Lui permette un’accoglienza solida della Rivelazione, ne favorisce l’approfondimento in termini di contenuti e offre strumenti e linguaggi per annunciarla al mondo. Come già affermato dal Concilio Vaticano II, la conoscenza filosofica e teologica serve per «ascoltare attentamente, discernere e interpretare i vari linguaggi del nostro tempo, e saperli giudicare alla luce della Parola di Dio perché la verità rivelata sia capita sempre più. La formazione intellettuale è parte della formazione integrale del presbitero; anzi, è al servizio del suo ministero pastorale e incide anche sulla formazione umana e su quella spirituale, che da essa traggono un proficuo alimento. Ciò significa che lo sviluppo di tutte le facoltà e dimensioni della persona, compresa quella razionale, con il vasto campo di conoscenze acquisite, contribuisce alla crescita del presbitero, servo e testimone della Parola nella Chiesa e nel mondo. Lungi dall’essere relegata al solo campo delle conoscenze o dall’essere intesa soltanto come strumento per ricevere maggiori informazioni sulle singole discipline, essa accompagna i presbiteri perché si dispongano a un ascolto profondo della Parola, come anche della comunità ecclesiale, per imparare a scrutare i segni dei tempi. Dalla Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis , nn.158-184. b) Studi filosofici Lo studio della filosofia «conduce ad una più profonda comprensione e interpretazione della persona, della sua libertà, delle sue relazioni con il mondo e con Dio. Essa si rivela di grande urgenza, non solo per il legame che esiste tra gli argomenti filosofici e i misteri della salvezza studiati in teologia alla luce superiore della fede ma anche di fronte ad una situazione culturale quanto mai diffusa che esalta il soggettivismo come criterio e misura della verità […]. Né è da sottovalutare l'importanza della filosofia per garantire quella “certezza di verità” che, sola, può stare alla base della donazione personale totale a Gesù e alla Chiesa» Quanto alle materie da studiare in ambito filosofico, particolare importanza sia attribuita alla filosofia sistematica, che conduce a una solida e coerente conoscenza dell’uomo, del mondo e di Dio, garantendo una sintesi ampia di pensiero e prospettive. Questa formazione deve basarsi sul patrimonio filosofico perennemente valido, di cui sono testimoni i grandi filosofi cristiani. Si deve tener conto delle ricerche filosofiche del nostro tempo – soprattutto di quelle che esercitano un maggiore influsso nel proprio Paese –, nonché del progresso delle scienze moderne, di modo che i seminaristi, giustamente coscienti dei tratti salienti della società, siano adeguatamente preparati al dialogo con gli uomini. Per agevolare lo studio delle materie filosofiche, i seminaristi dovranno essere preparati con l’apprendimento di una specifica “metodologia filosofica”. In questo momento della formazione, adeguato spazio sarà riservato alla metafisica, in quanto «il carattere sapienziale della filosofia implica la sua “portata autenticamente metafisica, capace cioè di trascendere i dati empirici per giungere, nella sua ricerca della verità, a qualcosa di assoluto, di ultimo, di fondante”, sebbene conosciuto progressivamente lungo la storia», secondo «la “vocazione originaria” della filosofia: la ricerca del vero e la sua dimensione sapienziale e metafisica». Sarà anche necessario dedicare attenzione alla teodicea e alla cosmologia, che introducono a una visione cristiana della realtà. Con diligenza deve essere insegnata la “storia della filosofia”, affinché risultino chiari la genesi e lo sviluppo dei più importanti temi. La “storia della filosofia” ha il fine di far cogliere la continuità della riflessione e del pensiero umano sull’Assoluto, sulla verità e sulla possibilità di conoscerla. Gli studi filosofici costituiscono anche un fertile terreno di dialogo e di confronto con i non credenti. Altre materie alle quali occorrerà dedicare attenzione nel corso di questa fase degli studi sono l’antropologia filosofica, la logica, l’estetica, l’epistemologia, l’etica, la filosofia politica e la filosofia della religione. Debita attenzione sarà prestata alle scienze umane, quali la sociologia, la pedagogia e la psicologia, negli aspetti ritenuti più confacenti al percorso formativo in vista del ministero sacerdotale, al fine di accrescere nei seminaristi la capacità di conoscere l’animo umano, con le sue ricchezze e fragilità, onde agevolare la formulazione di giudizi sereni ed equilibrati su persone e situazioni. Attraverso questo percorso di studi, sarà possibile stimolare nei seminaristi «il desiderio di cercare rigorosamente la verità, di penetrarla e di dimostrarla, insieme all’onesto riconoscimento dei limiti della conoscenza umana», anche in un’ottica pastorale, prestando «molta attenzione ai rapporti tra la filosofia e i veri problemi della vita» c) Studi teologici La formazione teologica «deve condurre il candidato al sacerdozio a possedere una visione delle verità rivelate da Dio in Gesù Cristo e dell’esperienza di fede della Chiesa che sia completa e unitaria: di qui la duplice esigenza di conoscere “tutte” le verità cristiane, senza operare delle scelte arbitrarie, e di conoscerle in modo organico» Si tratta quindi di una fase qualificante e fondamentale del percorso di formazione intellettuale, perché «attraverso lo studio, soprattutto della teologia, il futuro sacerdote aderisce alla Parola di Dio, cresce nella sua vita spirituale e si dispone a compiere il suo ministero pastorale» Lo studio della Sacra Scrittura è l’anima della teologia; essa deve ispirare tutte le discipline teologiche. Sia attribuita pertanto la debita importanza alla formazione biblica, a tutti i livelli, dalla Lectio divina all’esegesi. Premessa una conveniente introduzione, i seminaristi siano accuratamente iniziati ai metodi esegetici, anche con l’aiuto di discipline ausiliarie e corsi speciali. Siano idoneamente edotti dai professori circa la natura e la soluzione dei principali problemi ermeneutici e vengano efficacemente aiutati ad acquisire uno sguardo d’insieme su tutta la Sacra Scrittura e a capire con profondità i punti salienti della storia della salvezza e le caratteristiche dei singoli libri biblici. I professori si sforzino di offrire ai seminaristi una sintesi teologica della divina Rivelazione, conforme al Magistero, per assicurare solidi fondamenti alla loro vita spirituale e alla loro futura predicazione. Ai seminaristi sia data l’opportunità di imparare alcune nozioni delle lingue ebraica e greco-biblica, per mezzo delle quali possano accostarsi ai testi biblici originali; speciale attenzione sia prestata anche alla conoscenza della cultura e del contesto biblico, in particolare alla storia ebraica, al fine di migliorare la comprensione della Sacra Scrittura e di raggiungere un corretto rapporto interiore con i fratelli della Antica Alleanza. La sacra liturgia deve essere considerata una disciplina fondamentale; essa sia presentata sotto l’aspetto teologico, spirituale, canonico e pastorale in connessione con le altre discipline, affinché i seminaristi conoscano come i misteri della salvezza siano presenti e operino nelle azioni liturgiche. Inoltre, illustrati i testi e i riti sia dell’Oriente sia dell’Occidente, la sacra liturgia dovrà essere considerata come espressione della fede e della vita spirituale della Chiesa. I seminaristi apprendano il nucleo sostanziale e immutabile della liturgia e quanto invece appartiene a particolari sedimentazioni storiche ed è perciò suscettibile di aggiornamento, osservando comunque diligentemente la legislazione liturgica e canonica in materia. La teologia dogmatica, ivi compresi i sacramenti, sia insegnata sistematicamente e ordinatamente, in modo che prima di tutto siano esposti i testi biblici; si facciano poi conoscere, ai fini della trasmissione e dello sviluppo della comprensione delle verità rivelate, gli apporti dei Padri della Chiesa di Oriente e di Occidente; si illustri il progresso storico dei dogmi; infine, mediante l’indagine speculativa, i seminaristi imparino a penetrare più pienamente i misteri della salvezza e a cogliere le connessioni che sussistono tra loro; apprendano inoltre come interpretare e affrontare le situazioni della vita alla luce della Rivelazione, percepire le eterne verità nelle condizioni mutabili della realtà umana e comunicarle convenientemente al Popolo di Dio. Fin dall’inizio della formazione teologica, nei modi idonei, sia presentata la dottrina circa le fonti teologiche e la teologia fondamentale; né si ometta, nello spirito ecumenico e nelle forme adatte alle odierne circostanze, tutto ciò che riguarda l’introduzione alla fede, con i suoi fondamenti razionali ed esistenziali, tenuti pure presenti gli elementi di ordine storico e sociologico, che esercitano particolare influsso sulla vita cristiana. Anche la teologia morale, in tutte le sue branche, dovrà essere ancorata alla Sacra Scrittura, per mostrarne l’intrinseca appartenenza all’unico mistero della salvezza. Essa illustrerà l’agire cristiano dei fedeli fondato sulla fede, sulla speranza e sulla carità, come risposta alla vocazione divina, esponendo in modo sistematico la loro chiamata alla santità e alla libertà. Si occuperà pure di suscitare il valore della virtù e il senso del peccato, senza trascurare, a questo fine, le acquisizioni più recenti dell’antropologia e proponendosi come un cammino a volte esigente, ma sempre orientato alla gioia della vita cristiana. Questa dottrina morale, intesa come “legge di libertà” e “vita secondo lo Spirito”, ha il suo completamento nella teologia spirituale, che deve abbracciare anche lo studio della teologia e della spiritualità sacerdotale, della vita consacrata mediante la pratica dei consigli evangelici, e di quella laicale. L’etica cristiana è chiamata a formare i discepoli, ciascuno secondo i segni della propria vocazione, verso la via della santità. In tale contesto, sarà necessario prevedere nel curriculum degli studi un corso di Teologia della vita consacrata, perché i futuri pastori possano acquisire i dati essenziali e i contenuti teologici identificativi della vita consacrata, la quale appartiene alla vita e alla santità della Chiesa stessa. La teologia pastorale «è una riflessione scientifica sulla Chiesa nel suo edificarsi quotidiano, con la forza dello Spirito, dentro la storia; […] La pastorale non è soltanto un’arte né un complesso di esortazioni, di esperienze, di metodi; possiede una sua piena dignità teologica, perché riceve dalla fede i principii e i criteri dell’azione pastorale della Chiesa nella storia, di una Chiesa che “genera” ogni giorno la Chiesa stessa. […] Tra questi principii e criteri si dà quello particolarmente importante del discernimento evangelico della situazione socioculturale ed ecclesiale entro cui si sviluppa l'azione pastorale» In un contesto di accresciuta mobilità umana, in cui il mondo intero è divenuto un “villaggio globale”, non potrà mancare nel corso di studi la missiologia, come genuina formazione alla universalità della Chiesa e promozione del suo slancio evangelizzatore, non solo come missio ad gentes, ma anche come nuova evangelizzazione. Sarà necessario che un sufficiente numero di lezioni sia riservato all’insegnamento della Dottrina Sociale della Chiesa, considerando che l’annuncio e la testimonianza del Vangelo, a cui il presbitero è chiamato, ha un suo importante raggio d’azione nella società umana e mira, fra le altre cose, alla costruzione del Regno di Dio. Ciò implica un’approfondita conoscenza della realtà e una lettura evangelica delle relazioni umane, sociali e politiche che determinano l’esistenza dei singoli e dei popoli. In quest’orizzonte, rientrano importanti temi inerenti alla vita del Popolo di Dio, ampiamente trattati nel Magistero della Chiesa, tra cui la ricerca del bene comune, il valore della solidarietà tra i popoli e della sussidiarietà, l’educazione dei giovani, il lavoro con i diritti e i doveri a esso connessi, il significato dell’autorità politica, i valori della giustizia e della pace, le strutture sociali di sostegno e accompagnamento dei più bisognosi. Da diverso tempo, inoltre, l’attenzione di esperti e studiosi, attivi in diversi ambiti di ricerca, si concentra su un emergente crisi planetaria, che trova grande eco nell’attuale Magistero e riguarda il “problema ecologico”. La salvaguardia del creato e la cura della nostra casa comune – la Terra – rientrano a pieno titolo nella visione cristiana dell’uomo e della realtà, rappresentano in certo qual modo lo sfondo per una sana ecologia delle relazioni umane e, perciò, esigono, soprattutto oggi, una «conversione ecologica, che comporta il lasciar emergere tutte le conseguenze dell’incontro con Gesù nelle relazioni con il mondo che li circonda. Vivere la vocazione di essere custodi dell’opera di Dio è parte essenziale di un’esistenza virtuosa, non costituisce qualcosa di opzionale e nemmeno un aspetto secondario dell’esperienza cristiana» Sarà perciò necessario che i futuri presbiteri siano fortemente sensibilizzati al tema e, attraverso gli orientamenti magisteriali e teologici necessari, vengano aiutati «a riconoscere la grandezza, l’urgenza e la bellezza della sfida che ci si presenta», e a tradurla nel proprio futuro ministero pastorale, facendosi promotori di una adeguata cura di tutti i temi connessi alla tutela del creato. La storia ecclesiastica deve illustrare l’origine e lo sviluppo della Chiesa come Popolo di Dio che si diffonde nel tempo e nello spazio, esaminando scientificamente le fonti storiche. Nella sua esposizione è necessario che si tenga conto del progresso delle dottrine teologiche e della concreta situazione sociale, economica e politica, nonché delle opinioni e delle forme di pensiero che hanno esercitato maggiore influsso, non senza indagarne la reciproca interdipendenza e lo sviluppo. Si dovrà infine mettere in risalto il mirabile incontro dell’azione divina e di quella umana, favorendo nei seminaristi il genuino senso della Chiesa e della Tradizione. È necessario anche che sia accordata la dovuta attenzione alla storia della Chiesa nel proprio Paese. Il Diritto Canonico sia insegnato a partire da una solida visione del mistero della Chiesa, alla luce del Concilio Vaticano II. Nell’esporne i principi e le norme si dovrà mostrare come tutto l’ordinamento canonico e la disciplina ecclesiastica debbano essere rispondenti alla volontà salvifica di Dio, avendo come suprema lex la salvezza delle anime. Pertanto, riprendendo le parole usate per la promulgazione del Codice del 1983, si può affermare che il Diritto della Chiesa nel suo insieme «potrebbe intendersi come un grande sforzo di tradurre in linguaggio canonistico[…] la ecclesiologia conciliare. Se poi è impossibile tradurre perfettamente in linguaggio “canonistico” l’immagine della Chiesa, tuttavia a questa immagine il Codice deve sempre riferirsi, come a esempio primario, i cui lineamenti esso deve esprimere in se stesso, per quanto è possibile, per sua natura». Il Diritto Canonico si pone quindi al servizio dell’azione dello Spirito nella Chiesa e, dentro un retto discernimento delle situazioni ecclesiali, favorisce un esercizio pastorale efficace. In tal senso è opportuno che durante il tempo della formazione iniziale siano promossi la cultura e lo studio del Diritto Canonico, in modo che i sacerdoti possano divenire consapevoli che, specialmente nell’ambito della pastorale famigliare, tante problematiche o “ferite” possono trovare una medicina negli strumenti offerti dal Diritto della Chiesa, favorendo «continuamente, secondo i doni e la missione di ciascuno, il bene dei fedeli». Allo stesso modo, andranno considerate come ambiti significativi del percorso di studi teologici altre discipline, come l’ecumenismo e la storia delle religioni, con particolare riferimento all’Ebraismo e all’Islam, oltre a quelle più diffuse in ogni Paese, al fine di promuovere il dialogo interreligioso. Inoltre, nella consapevolezza che «evangelizziamo anche quando cerchiamo di affrontare le diverse sfide che possano presentarsi», si dovrà prestare molta attenzione ai destinatari dell’annuncio della fede e, perciò, alle domande e alle provocazioni emergenti dalla cultura secolare: l’economia dell’esclusione, l’idolatria del denaro, l’iniquità che genera violenza, il primato dell’apparire sull’essere, l’individualismo postmoderno e globalizzato, nonché la realtà del relativismo etico e dell’indifferenza religiosa d) Materie “ministeriali” Queste discipline sono materie, la cui conoscenza è richiesta soprattutto dalleesigenze specifiche del futuro ministero pastorale, da esercitarsi in un contesto concreto e in un’epoca precisa. Secondo i tempi e le modalità che ogni Ratio Nationalis stabilirà, sarà cura di ciascun Seminario assicurare che l’insegnamento di tali discipline sia impartito ai seminaristi lungo il percorso della formazione. La proposta e l’approfondimento di tali materie costituiranno un apporto utile e imprescindibile per la vita e la crescita, umana e spirituale, dei futuri sacerdoti, nonché per il loro ministero. In modo particolare, sarà opportuno approfondire l’ars celebrandi, per insegnare come si partecipa fruttuosamente ai santi misteri e come si celebra praticamente la liturgia, nel rispetto e con fedeltà ai libri liturgici. Una speciale attenzione va dedicata all’omelia, in quanto essa «è la pietra di paragone per valutare la vicinanza e la capacità d’incontro di un Pastore con il suo popolo». Ciò si rivelerà di speciale utilità in altri ambiti del ministero, come la predicazione liturgica e la catechesi, che sono impegni permanenti per i presbiteri nell’opera di favorire la crescita delle comunità loro affidate. La preparazione dell’annuncio del messaggio cristiano non è solamente “tecnica”, dal momento che «un predicatore è un contemplativo della Parola ed anche un contemplativo del popolo. […] Si tratta di collegare il messaggio del testo biblico con una situazione umana, con qualcosa che essi vivono, con un’esperienza che ha bisogno della luce della Parola» Per ben disporre e preparare all’amministrazione del sacramento della Riconciliazione, di grande importanza si rivelerà un corso specifico di iniziazione al ministero della confessione, che aiuti i seminaristi a tradurre i principi della teologia morale per i casi concreti e a confrontarsi con le problematiche di questo delicato ministero in spirito di misericordia. In tale ambito, in vista della cura pastorale dei fedeli, occorrerà tenere conto anche della formazione al discernimento degli spiriti e alla direzione spirituale, come parte integrante del ministero presbiterale. Poiché la fede del Popolo di Dio si esprime spesso attraverso le forme della pietà popolare, che «manifesta una sete di Dio che solo i semplici e i poveri possono conoscere» e rappresenta «un luogo teologico a cui dobbiamo prestare attenzione, particolarmente nel momento in cui pensiamo alla nuova evangelizzazione», essa deve essere conosciuta dai futuri presbiteri e apprezzata nei suoi valori e significati più genuini. I seminaristi impareranno a discernere, così, ciò che appartiene all’inculturazione del Vangelo e costituisce un vero tesoro della Chiesa, dall’«attaccamento a modi imperfetti o errati di devozione, che allontanano dalla genuina rivelazione biblica». Come naturale ampliamento di questo tema, occorrerà presentare ai seminaristi l’agiografia, con riferimento alle vite dei santi di maggior rilievo. Per meglio corrispondere alle esigenze del ministero presbiterale, i seminaristi dovranno ricevere una formazione accurata relativa all’amministrazione dei beni, da gestire secondo le norme canoniche, con sobrietà, distacco e trasparenza morale, nonché con specifica competenza. Ciò permetterà una chiara testimonianza evangelica – a cui il popolo cristiano è particolarmente sensibile –, facilitando così una più incisiva azione pastorale. Tale formazione dovrà comprendere gli elementi essenziali sulle leggi civili in materia, con speciale attenzione agli adempimenti dovuti da parte di ogni parroco e alla necessità di valersi di laici competenti. In base alle concrete circostanze del luogo in cui i seminaristi si formano, essi dovranno essere sensibilizzati ai temi dell’arte sacra. Una specifica attenzione a questo ambito fornirà ai futuri presbiteri ulteriori strumenti di catechesi, oltre a renderli maggiormente consapevoli della storia e dei “tesori” da preservare, patrimonio delle Chiese particolari nelle quali operano. È da ricordare che una corretta valorizzazione dell’arte e della bellezza è di per sé un valore, che per altro ha anche una spiccata incidenza pastorale. La conoscenza della musica sacra contribuirà alla formazione complessiva dei seminaristi e offrirà loro strumenti ulteriori in vista dell’evangelizzazione e della pastorale. Tenendo conto dell’ampia attenzione dedicata dal Magistero al tema delle comunicazioni sociali e del proficuo ambito di evangelizzazione che i “nuovi luoghi” della rete mediatica costituiscono, non potrà mancare nei Seminari una specifica sensibilizzazione al riguardo. In proposito sarà necessario apprendere non solo strumenti e nozioni tecniche, ma soprattutto abituare i seminaristi a un uso equilibrato e maturo, libero da attaccamenti eccessivi e dipendenze. Infine, il tema dell’apprendimento delle lingue nei Seminari è di permanente attualità. È vivamente raccomandata la conoscenza di almeno una lingua moderna, tenendo conto di quelle parlate nei Paesi dove i seminaristi svolgeranno il ministero presbiterale. Le tematiche connesse alle migrazioni o al turismo non possono essere ignorate nella formazione seminaristica e richiedono il raggiungimento di una adeguata competenza linguistica. Oltre alle lingue ebraica e greco-biblica, sin dall’inizio del percorso formativo i seminaristi siano avviati allo studio della lingua latina, che consente l’accesso alle fonti del Magistero e della storia della Chiesa. Le “materie ministeriali” menzionate, e altre valutate utili o necessarie al ministero presbiterale, in considerazione della rilevanza che ciascuna di esse può avere nel percorso formativo, dovranno essere studiate dai seminaristi lungo il tempo della formazione, nei tempi e nei modi indicati da ciascuna Ratio Nationalis.
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Offerta formatva e percorso di studi dell'Istituto Teologico Salernitano ISTITUTO TEOLOGICO SALERNITANO PONTIFICIA FACOLTA' TEOLOGICA DELL'ITALIA MERIDIONALE Home L'Istituto Profilo e Missione Autorità Accademiche Governo dell'Istituto Offerta formativa Pubblicazioni Bollettino "Ioannes Paulus II" Rivista "Matthaeus" < Torna a SEMINARIO OFFERTA FORMATIVA Aggiornato all'Anno Accademico 2024/25 I ANNO FILOSOFICO LOGICA E FILOSOFIA DELLA CONOSCENZA Rev.do Prof. Francesco Coralluzzo ECTS: 10 STORIA DELLA FILOSOFIA ANTICA Rev.do Prof. Alessandro Bottiglieri ECTS: 3 METODOLOGIA DELLA RICERCA TEOLOGICA Rev.do Prof. Domenico Spisso ECTS: 3 INTRODUZIONE ALLA LITURGIA Rev.do Prof. Vincenzo Pierri ECTS: 3 FILOSOFIA MORALE E POLITICA Rev.do Prof. Vincenzo Serpe ECTS: 6 FILOSOFIA DELL'EDUCAZIONE Rev.do Prof. Aniello Senatore ECTS: 6 SOCIOLOGIA GENERALE E DELLA RELIGIONE Rev.do Prof. Gaetano De Simone ECTS: 6 LINGUA ANTICA: EBRAICO Rev.mo Prof. Pasquale Cascio ECTS: 3 INTRODUZIONE ALLA TEOLOGIA Rev.do Prof. Luca Basso ECTS: 3 STORIA DELLA FILOSOFIA MEDIEVALE Rev.do Prof. Vincezo Serpe ECTS: 6 FILOSOFIA DELLA NATURA Rev.do Prof. Francesco Coralluzzo ECTS: 3 II ANNO FILOSOFICO METAFISICA Rev.do Prof. Francesco Coralluzzo ECTS: 10 STORIA DELLA FILOSOFIA MODERNA Rev.do Prof. Alessandro Bottiglieri ECTS: 6 INTRODUZIONE ALLA SACRA SCRITTURA Rev.do Prof. Bruno Lancuba ECTS: 10 FILOSOFIA DELL'UOMO Rev.do Prof. Francesco Coralluzzo ECTS: 6 STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEA Rev.do Prof. Alessandro Bottiglieri ECTS: 6 GRECO BIBLICO Rev.mo Prof. Pasquale Cascio ECTS: 6 FILOSOFIA DELLA RELIGIONE Rev.do Prof. Vincenzo Serpe ECTS: 6 STORIA DELLA CHIESA ANTICA E MEDIEVALE Rev.do Prof. Michele Di Martino ECTS: 10 CORSI CICLICI FILOSOFICI FILOSOFIA DEL LINGUAGGIO Rev.do Prof. Vincenzo Serpe ECTS: 10 INTRODUZIONE AL MISTERO DI CRISTO Rev.mo Prof. Angelo Barra ECTS: 6 PSICOLOGIA GENERALE E DELLA RELIGIONE Prof. Antonio Francese - Rev.do Prof. Felice Moliterno ECTS: 6 SEMINARIO: FILOSOFIA Rev.do Prof. Angelo Barra ECTS: 3 I ANNO TEOLOGICO AT/1 - PENTATEUCO E LIBRI STORICI Rev.do Prof. Bruno Lancuba ECTS: 6 TEOLOGIA FONDAMENTALE Rev.do Prof. Gerardo Albano ECTS: 10 PATROLOGIA E PATRISTICA/1 Rev.do Prof. Alberto Pisapia, OFM ECTS: 6 TEOLOGIA MORALE FONDAMENTALE Rev.do Prof. Marcello De Maio ECTS: 10 LITURGIA FONDAMENTALE Rev.do Prof. Vincenzo Calabrese, OFM ECTS: 10 NT/1 - VANGELI SINOTTICI E ATTI Rev.do Prof. Domenico Spisso ECTS: 6 CRISTOLOGIA Rev.do Prof. Francesco Quaranta ECTS: 10 DIRITTO CANONICO/1 Rev.mo Prof. Gaetano De Simone ECTS: 6 II ANNO TEOLOGICO AT/2 - LIBRI PROFETICI Rev.do Prof. Domenico Spisso ECTS: 6 TEOLOGIA TRINITARIA Rev.do Prof. Paolo Martuccelli ECTS: 10 TEOLOGIA SPIRITUALE Rev.do Prof. Giuseppe Landi - Rev.do Prof. Luciano La Peruta ECTS: 6 STORIA DELLA CHIESA MODERNA Rev.mo Prof. Michele Curto ECTS: 6 PATROLOGIA E PATRISTICA/2 Rev.do Prof. Alberto Pisapia, OFM ECTS: 6 MORALE SESSUALE E FAMILIARE Rev.do Prof. Remigio Bellizio ECTS: 8 ANTROPOLOGIA TEOLOGICA (E GRAZIA) Rev.do Prof. Pierluigi Nastri ECTS: 10 SEMINARIO: BIBLICO - - - ECTS: 3 NT/2 - CORPUS PAULINUM Rev.do Prof. Vincenzo Ippolito, OFM ECTS: 6 SEMINARIO: DOGMATICA Rev.do Sac. Angelo Barra ECTS: 3 TERZO TEOLOGIA ECCLESIOLOGIA E MARIOLOGIA Rev.do Prof. Gerardo Albano ECTS: 10 SACRAMENTARIA Rev.mo Prof. Antonio Marotta ECTS: 10 DIRITTO CANONICO/2 Rev.do Prof. Gaetano De Simone ECTS: 6 SEMINARIO: MORALE - - - ECTS: 3 NT/3 - CORPUS JOHANNEUM Rev.do Prof. Bruno Lancuba ECTS: 6 MORALE DELLA VITA FISICA E BIOETICA Prof.ssa Anna Paola Borrelli ECTS: 6 TEOLOGIA PASTORALE/1 Rev.do Prof. Giuseppe Iannone ECTS: 6 MORALE SOCIALE Rev.do Prof. Francisco Saverio Guida ECTS: 10 AT/3 - SAPIENZIALI E ALTRI SCRITTI Rev.do Prof. Bruno Lancuba ECTS: 6 ESCATOLOGIA Rev.do Prof. Francesco Quaranta ECTS: 3 STORIA DELLA CHIESA CONTEMPORANEA Rev.do Sac. Michele Curto, CSS ECTS: 3 QUARTO TEOLOGIA CATECHETICA - - - ECTS: 3 ECUMENISMO Rev.do Prof. Angelo Barra ECTS: 3 TEOLOGIA PASTORALE/2 Rev.do Prof. Giuseppe Iannone ECTS: 6 COMUNICAZIONI SOCIALI Rev.do Prof. Aniello Senatore ECTS: 3 INTRODUZIONE ALL'ARTE SACRA - - - ECTS: 3 TEOLOGIA DELLA MISSIONE - - - ECTS: 3 STORIA DELLA CHIESA LOCALE Rev.do Prof. Giuseppe Iannone ECTS: 3 TEOLOGIA E PRASSI DELLA CELEBRAZIONE LITURGICA - - - ECTS: 3 INTRODUZIONE ALLO STUDIO DELLE RELIGIONI - - - ECTS: 3
- La nostra giornata | Seminario Metropolitano "Giovanni Paolo II"
La giornata dei Seminaristi del Seminario Metropolitano "Giovanni Paolo II" LA NOSTRA GIORNATA Aggiornato all'Anno Formativo 2025/26 07:15 Lodi Mattutine 07:30 S. Messa 08:00 Lectio Divina 08:30 Colazione 09:00 Lezioni accademiche 13:00 Angelus e Ora media 13:15 Pranzo 15:00 Studio personale 19:00 Attività varie (in base al calendario settimanale) 20:00 Cena 22:30 Silenzio CALENDARIO SETTIMANALE Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato Domenica Tappa discepolare Preghiera comunitaria Catechesi comunitaria Messa Solenne Intercomunitaria Attività varie Gruppi d'interesse Apostolato in Parrocchia Apostolato in Parrocchia Tappa configuratrice Preghiera comunitaria Attività varie Messa Solenne Intercomunitaria Catechesi comunitaria Gruppi d'interesse Apostolato in Parrocchia Apostolato in Parrocchia Tappa pastorale Apostolato in Parrocchia Attività varie Messa Solenne Intercomunitaria Apostolato in Parrocchia Apostolato in Parrocchia Apostolato in Parrocchia Apostolato in Parrocchia
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- Comunità Pastorale | Seminario Metropolitano "Giovanni Paolo II"
Comunità Pastorale del Seminario Metropolitano "Giovanni Paolo II" COMUNIT À PASTORALE Aggiornato all'Anno Formativo 2025/26 La Comunità Pastorale è formata da 3 diaconi. Dalla Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis n. 74-79 La tappa pastorale (o di sintesi vocazionale) è compresa nel periodo tra il soggiorno in Seminario e la successiva ordinazione presbiterale, passando ovviamente attraverso il conferimento del diaconato. La finalità di questa tappa è duplice: da una parte, si tratta di essere inseriti nella vita pastorale, con una graduale assunzione di responsabilità, in spirito di servizio; dall’altra di adoperarsi per una adeguata preparazione, ricevendo uno specifico accompagnamento in vista del presbiterato. In questa tappa il candidato è invitato a dichiarare in modo libero, cosciente e definitivo la propria volontà di essere presbitero, dopo aver ricevuto l’ordinazione diaconale. Nelle Chiese particolari, al riguardo, esiste una grande varietà di esperienze, e spetta alle Conferenze Episcopali determinare i percorsi formativi finalizzati all’ordinazione diaconale e presbiterale. Solitamente, questa tappa si realizza al di fuori dell’edificio del Seminario, almeno per una parte consistente di tempo. Questo periodo, che di norma si vive nel servizio a una comunità, può incidere significativamente sulla personalità del candidato. Si raccomanda, pertanto, che il parroco, o altro responsabile della realtà pastorale che accoglie il seminarista, siano coscienti del compito formativo di cui sono investiti e lo accompagnino nel suo graduale inserimento. L’Ordinario, di comune intesa col Rettore del Seminario dove il seminarista si è formato, tenendo conto delle esigenze del presbiterio e delle opportunità formative offerte, assegna a ogni seminarista una comunità, ove prestare il proprio servizio pastorale. La durata di questa tappa formativa è variabile e dipende dall’effettiva maturità e dall’idoneità del candidato. Tuttavia, è necessario rispettare almeno i tempi canonici stabiliti tra la ricezione del diaconato e quella del presbiterato. A conclusione del ciclo formativo del Seminario, i formatori devono aiutare il candidato ad accettare con docilità la decisione che il Vescovo pronuncia a suo riguardo. Coloro che ricevono l’Ordine Sacro hanno bisogno di una conveniente preparazione, specialmente di carattere spirituale. Lo spirito orante, fondato sulla relazione con la persona di Gesù, e l’incontro con figure sacerdotali esemplari accompagnino la meditazione assidua dei riti dell’ordinazione, che, nelle orazioni e nei gesti liturgici, sintetizzano ed esprimono il profondo significato del sacramento dell’Ordine nella Chiesa. Un intenso periodo di preparazione dovrebbe essere vissuto anche dalla famiglia dell’ordinando e dall’intera comunità parrocchiale. Conviene, però, che si distingua chiaramente il percorso specifico in preparazione al diaconato da quello in vista del presbiterato, trattandosi di due momenti ben diversi. Pertanto, qualora gravi ragioni non inducano a provvedere diversamente, sarà opportuno non unire nella medesima celebrazione ordinazioni diaconali (transeunti o permanenti) e presbiterali, al fine di poter assegnare a ogni momento la debita e peculiare attenzione e di facilitarne la comprensione da parte dei fedeli. Dall’ordinazione presbiterale il processo formativo prosegue all’interno della famiglia del presbiterio. È competenza propria del Vescovo, coadiuvato dai collaboratori, introdurre i presbiteri nelle dinamiche proprie della formazione permanente. SEMINARISTI CANDELA Marco Gaetano Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno PIERRI Rocco Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno SARNO don Nicola Arcidiocesi di Amalfi-Cava de' Tirreni
- Dicono di noi | Seminario Metropolitano "Giovanni Paolo II"
Anche altre fonti parlano del Seminario Metropolitano "Giovanni Paolo II" DICONO DI NOI Pontecagnano-Faiano. Al Seminario Arcivescovile una mostra su Papa Giovanni Paolo II 19 aprile 2024 - Telecolore Vedi il video Pontecagnano Faiano, festa per i 25 anni del Seminario e la visita di Giovanni Paolo II 16 aprile 2024 - Il Mattino Leggi l'articolo Al Seminario tutti i cori della diocesi 3 febbraio 2023 - La Città di Salerno Leggi l'articolo A Polla gli studenti del Seminario “Giovanni Paolo II” di Pontecagnano per la “Missione Cittadina” 20 febbraio 2016 - Italia2 Vedi il video Visita Pastorale del Papa a Salerno 4 settembre 1999 - La Santa Sede Leggi l'articolo Giovanni Paolo II e il Seminario Metropolitano a 25 anni dalla venuta di Papa Wojtyla. Inaugurata una mostra 18 aprile 2024 - Telecolore Leggi l'articolo La reliquia di papa Woytila in esposizione al seminario 24 novembre 2023 - La Città di Salerno Leggi l'articolo I tre fratelli preti nello stesso giorno: “Vocazioni nascoste l’uno all’altro” 6 giugno 2019 - La Stampa Leggi l'articolo Don Claudio e Papa Giovanni Paolo II a Salerno 26 aprile 2014 - Telecolore Vedi il video Venticinque anni fa l'inaugurazione del Seminario Metropolitano Giovanni Paolo II 16 aprile 2024 - TeleDiocesi Salerno Vedi il video Istituto Teologico Salernitano e Issr “San Matteo di Salerno”: venerdì l'inaugurazione dell'anno accademico 15 novembre 2023 - Salerno Today Leggi l'articolo Crisi di vocazioni? Non a Salerno numeri record, come a Milano 2 marzo 2017 - Il Mattino Leggi l'articolo Il Cardinale Ruini al Seminario GPII in Pontecagnano 7 dicembre 2012 - Telediocesi Vedi il video
- Comunità Configuratrice | Seminario Metropolitano "Giovanni Paolo II"
Comunità Configuratrice (o Teologica) del Seminario Metropolitano "Giovanni Paolo II" COMUNIT À CONFIGURATRICE (o Teologica) Aggiornato all'Anno Formativo 2025/26 La Tappa Configuratrice è formata da 12 seminaristi. Dalla Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis n. 68-73 La tappa degli studi teologici, o configuratrice, è finalizzata in modo particolare alla formazione spirituale propria del presbitero, dove la conformazione progressiva a Cristo diviene una esperienza che suscita nella vita del discepolo i sentimenti e i comportamenti propri del Figlio di Dio; al contempo, essa introduce all’apprendimento di una vita presbiterale, animata dal desiderio e sostenuta dalla capacità di offrire se stessi nella cura pastorale del Popolo di Dio. Questa tappa permette il graduale radicamento nella fisionomia del Buon Pastore, che conosce le sue pecore, dona per esse la vita e va alla ricerca di quelle che sono al di fuori dell’ovile (cf. Gv 10,14-17). Il contenuto di questa tappa è esigente e fortemente impegnativo. Si richiede, infatti, una responsabilità costante nel vivere le virtù cardinali, quelle teologali e i consigli evangelici, e nell’essere docili all’azione di Dio tramite i doni dello Spirito Santo, secondo una prospettiva prettamente presbiterale e missionaria; nonché una graduale rilettura della propria storia personale, secondo un coerente profilo di carità pastorale, che anima, forma e motiva la vita del presbitero. Lo speciale impegno che caratterizza la configurazione a Cristo Servo e Pastore può corrispondere alla tappa della teologia, senza che quest’ultima ne esaurisca l’intera dinamica e il contenuto. Concretamente, dovrebbe essere assicurata una feconda e armonica interazione tra maturità umana e spirituale, e tra vita di preghiera e apprendimento teologico. Nell’ottica e in vista del servizio a una Chiesa particolare, i seminaristi sono chiamati ad acquisire la spiritualità del prete diocesano, caratterizzata dalla dedizione disinteressata alla circoscrizione ecclesiastica di appartenenza o a quella nella quale di fatto si eserciterà il ministero, essendo egli pastore e servo per tutti in un contesto specifico (cf. 1Cor 9,19). In quanto legame con la Chiesa locale, questa appartenenza diocesana concerne specificamente il clero secolare, ma riguarda indistintamente tutti i presbiteri che esercitano in essa il ministero, pur nella valorizzazione del carisma proprio di ciascuno. Ciò significa anche configurare il proprio modo di sentire e di operare, in comunione con il Vescovo e i confratelli sacerdoti, per il bene di una porzione del Popolo di Dio. Tale imprescindibile amore per la diocesi può essere utilmente arricchito da altri carismi, suscitati dall’azione dello Spirito Santo. Allo stesso modo, il dono sacerdotale ricevuto con l’Ordine Sacro include la dedizione alla Chiesa universale e, pertanto, apre alla missione di salvezza rivolta a tutti gli uomini, fino agli ultimi confini della terra (cf. At 1,8) Nel corso di questa tappa, secondo la maturazione di ogni singolo candidato e in base all’opportunità formativa, saranno conferiti ai seminaristi i ministeri del lettorato e dell’accolitato, affinché possano esercitarli per un conveniente periodo di tempo e disporsi meglio ai futuri servizi della Parola e dell’Altare. Il lettorato propone al seminarista la “sfida” di lasciarsi trasformare dalla Parola di Dio, oggetto della sua preghiera e del suo studio. Il conferimento dell’accolitato implica una partecipazione più profonda al mistero di Cristo che si dona ed è presente nell’Eucarestia, nell’assemblea e nel fratello. Pertanto, uniti a una conveniente preparazione spirituale, i due ministeri permettono di vivere più intensamente quanto richiesto nella tappa configuratrice, all’interno della quale, perciò, è opportuno offrire ai lettori e agli accoliti modalità concrete per esercitare i ministeri ricevuti non solo nell’ambito liturgico, ma anche nella catechesi, nell’evangelizzazione e nel servizio al prossimo. In ogni caso, un accompagnamento adeguato potrebbe rivelare come la chiamata che un giovane pensava d’aver ricevuto, seppur eventualmente riconosciuta nel corso della prima tappa, non sia in realtà una vocazione al sacerdozio ministeriale, oppure non sia stata adeguatamente coltivata. In tal caso, di propria iniziativa o in seguito a un intervento autorevole da parte dei formatori, il seminarista dovrà interrompere il cammino formativo verso l’ordinazione presbiterale. La tappa degli studi teologici, o configuratrice, è comunque orientata verso il conferimento dell’Ordine Sacro. Al termine di essa, o durante quella successiva, se riconosciuto idoneo a giudizio del Vescovo, dopo aver ascoltato i formatori, il seminarista chiederà e riceverà l’ordinazione diaconale, con la quale acquisirà la condizione di chierico, con i connessi doveri e diritti, e sarà incardinato «o in una Chiesa particolare, o in una prelatura personale oppure in un istituto di vita consacrata o in una società», oppure in una Associazione o in un Ordinariato che ne abbiano la facoltà. SEMINARISTI ALFANO Emmanuel Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno CANCHEON Anselm Diocesi di Damongo CARANNANTE Emmanuel Decano dei Seminaristi | Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno CASTALDI Emmanuel Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno DELLI PRISCOLI Antonio Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno DE SANTIS Agostino Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno GHISU Serafino Decano dei Seminaristi | Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno MARTUCCI Aniello Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno MWINBANGME Daniel Diocesi di Damongo SANSONE Aniello Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno VIVO Emmanuel Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno
- Anni formativi | Seminario Metropolitano "Giovanni Paolo II"
Gruppi d'interesse e Attività di volontariato del Seminario Metropolitano "Giovanni Paolo II" ANNO FORMATIVO 2025/2026 Tema: Se rimanete fedeli alla mia PAROLA, sarete davvero miei DISCEPOLI; conoscerete la verità e la VERITÀ vi farà liberi (Gv 8,31-32) PRESENTAZIONE Sezione in costruzione... ANNO FORMATIVO 2024/2025 Tema: FRATELLI IN CRISTO E DISCEPOLI MISSIONARI PRESENTAZIONE La formazione al sacerdozio è sempre crescita nella misura di Cristo di tutto l'uomo e di tutto il cristiano nella sua integralità. L'anno formativo che si è aperto ha prospettato una riflessione che si inserisce dentro lo sfondo della configurazione a Cristo, primo missionario del Padre e inviato da lui per amore all'umanità di ogni tempo e di ogni luogo. La prospettiva formativa che anche la Ratio Nationalis Formationis si è data ruota attorno a tre nuclei tematici che sono il risultato del confronto tra i formatori dei vari seminari italiani. Con coloro che insieme ad altri - hanno il compito della stesura del documento finale: La fraternità, il discepolato permanente e l'apertura missionaria. Proprio a partire dal contatto con seminaristi, con i presbiteri e con i fedeli delle nostre chiese locali è emersa l'opportunità di dare alla formazione che si riceve in seminario queste tre tonalità che, come tre direttrici, alimentano la sensibilità e la crescita dei candidati al sacerdozio. La fraternità , in primis , non si impone né si improvvisa, perché spesso nel cammino di una comunità presbiterale ci sono intenzioni buone ma anche ferite e sofferenze che vanno curate e sanate. Tuttavia, è proprio dell'essere chiesa porre la comunione al centro, dando valore a tutti quegli aspetti vantaggiosi del coltivare e vivere relazioni evangelicamente fraterne e di sostegno reciproco. É proprio il caso di richiamare il proverbiale detto secondo cui "l'unione fa la forza", ma soprattutto ricordare le parole evangeliche e programmatiche di Gesù per i suoi discepoli: «Li mandò a due a due davanti a sé» (Lc 10,1). In secondo luogo, papa Francesco in varie circostanze ha invitato tutti a considerare il fatto che non si è discepoli per un tempo determinato, ma che la risposta alla propria chiamata è prima di tutto essere permanentemente disponibili a voler imparare dal Maestro e da coloro di cui egli si serve per raggiungerci ogni giorno e per tutti i giorni della nostra esistenza terrena: «La formazione non si risolve in qualche aggiornamento culturale o qualche sporadica iniziativa locale. É Dio l'artigiano paziente e misericordioso della nostra formazione sacerdotale e, come è scritto nella Ratio , questo lavoro dura per tutta la vita» (FRANCESCO, Discorso al partecipanti al convegno internazionale promosso dalla Congregazione per il Clero , 7 ottobre 2017). Infine, abbiamo accolto l'invito del vescovi italiani a conclusione del sinodo: «Lungo il processo sinodale, è stata ampiamente espressa la richiesta che i percorsi di discernimento e formazione del Candidati al ministero ordinato siano configurati in stile sinodale [...] percorsi formativi sappiano destare nei candidati la passione per la missione ad gentes » (XVI ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA DEL SINODO DEI VESCOVI, Per una chiesa sinodale comunione, partecipazione, missione. Documento finale , 26 ottobre 2024, n. 148). Non è solo un auspicio, ma anche una vera e propria necessità, visto che oggi la missione non riguarda più alcune aree del pianeta, ma ogni terra e ogni cuore che ha bisogno di qualcuno che gli faccia conoscere la speranza cristiana. don Michele Di Martino Rettore del Seminario INNO RIT. Ubi caritas est vera, Deus ibi est. Congregavit nos in unum Christi amor. Exsultemus et in ipso jucundemur. Timeamus et amemus Deum vivum. Et ex corde diligamus nos sincero. Simul ergo cum in unum congregamur: ne nos mente dividamur, caveamus. Cessent iurgia maligna, cessent lites. Et in medio nostri sit Christus Deus. Simul quoque cum beatis videamus glorianter vultum tuum, Christe Deus: gaudium, quod est immensum atque probum, saecula per infinita saeculorum. PREGHIERA Signore Gesù, passa ancora sulle rive dei cuori di quei giovani che tu chiami a seguirti sulla via del sacerdozio e fa' sentire loro la dolcezza del tuo sguardo d'amore. Aiutali a coltivare ogni giorno la tua presenza amica, apri i loro occhi e fa' ardere i loro cuori, per riconoscersi discepoli tuoi, mandati ai nostri fratelli per testimoniare la forza della fede in te. Fa' che sognino con te una vita pienamente umana, lieta di spendersi nell'Amore, per alzarsi, andare e... non temere. Vergine Maria, Regina degli Apostoli e Madre della Chiesa, accompagna il cammino dei nostri seminaristi e dei loro formatori. Dona loro la prontezza nel dire ogni giorno il proprio "Eccomi", per essere portatori innamorati del Vangelo e segno visibile della presenza di Gesù nel nostro mondo. Amen. + Mons. Andrea Bellandi Arcivescovo Metropolita di Salerno - Campagna - Acerno ANNO FORMATIVO 2023/2024 Tema: FORMARSI UOMINI E PRETI FORTI PRESENTAZIONE All'inizio di questo terzo anno di cammino come rettore nel seminario Giovanni Paolo Il insieme ai nostri seminaristi, d'accordo con gli altri sacerdoti membri dell'equipe dei formatori e dei padri spirituali ascoltando anche l'attuale tenore della nostra comunità, abbiamo convenuto di focalizzare il tema formativo di quest'anno sull'obiettivo di aiutare i nostri giovani a diventare protagonisti di una formazione che li renda più forti come uomini e come sacerdoti perché possano meglio fronteggiare le sfide che un giorno li aspetteranno. La società umana cambia continuamente, gli sforzi per essere buoni cristiani si fanno più gravosi e l'uomo ha bisogno oggi più che mai di chi sappia condurlo con risolutezza; per questo l'annuncio del Vangelo richiede ministri che siano umanamente e spiritualmente forti. Alla fine del Secondo Millennio il papa patrono del nostro seminario raccomandava al sacerdoti il modo in cui fortificarsi, dicendo: «Tra le gioie e gli affanni, le sofferenze e le speranze del ministero, il sacerdote impara a confidare nella vittoria finale dell'amore grazie all'indefettibile azione del Paraclito che, nonostante i limiti degli uomini e delle istituzioni conduce la Chiesa a vivere in pienezza il mistero dell'unità e della verità. Egli sa di conseguenza, di potersi affidare alla potenza della Parola di Dio, che supera ogni umana parola, ed alla forza della grazia, che vince i peccati e le insufficienze degli uomini. Questo lo rende forte, nonostante l'umana fragilità, nel momento della prova e pronto a tornare col cuore al Cenacolo, dove, perseverando nella preghiera con Maria e con i fratelli, può ritrovare l'entusiasmo necessario per riprendere la fatica del servizio apostolico» (GIOVANNI PAOLO II, Lettera ai sacerdoti per il Giovedì Santa , 25 marzo 1998). Con parole simili anche papa Francesco esorta i sacerdoti ad attingere la forza nell'amore di Dio, affermando che il ministro di Dio nella preghiera scopre la consolazione di Dio e sperimenta che nulla è più forte del suo amore. Per questo è sereno interiormente, ed è felice di essere un canale di misericordia, di avvicinare l'uomo al Cuore di Dio» (FRANCESCO, Omelia nella messa per il Giubileo dei sacerdoti , 3 giugno 2016). don Michele Di Martino Rettore del Seminario INNO RIT. Chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica sarà simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. 1. Beato l'uomo che non segue gli empi non indugia nella via dei peccatori, ma si compiace della legge del Signore la sua legge giorno e notte medita. 2. Sarà come albero lungo corsi d'acqua, che darà molto frutto a suo tempo e le sue foglie non cadranno mai; riusciranno tutte le sue opere 3. Io ti amo, Signore mia forza! Mia fortezza e mio liberatore. Il mio Dio, la mia rupe e mio rifugio, il mio scudo, potente salvatore Spartito Come casa sulla roccia don Emanuele Andaloro 00:00 / 01:44 ANNO FORMATIVO 2022/2023 Tema: IL SACERDOTE, UOMO DI RELAZIONE PRESENTAZIONE Il tempo della formazione al sacerdozio ministeriale è un'occasione propizia per imparare ad affacciarsi sulla propria vita e contemporaneamente su quella dell'uomo di oggi per raccogliere gli interrogativi più veri che ricercano il senso profondo della storia e dell'esistenza umana, la stessa assunta da Cristo Cristo con il mistero dell'incarnazione e da lui raggiunta con la luce della sua grazia e della sua misericordia. Il tempo della pandemia ha marcatamente leso le relazioni "dal vivo" tra gli uomini mettendo distanza tra le persone e incutendo paura nel confronti dell'altra, colto come una pericolosa minaccia per la propria incolumità. L'essersi "mascherati" per troppo tempo, ci ha fatto dimenticare di quale valore è portatore il volto dell'altro, «rivelazione di una trascendenza, esperienza fondamentale del nostro essere e del nostro vivere» (Emmanuel Lévinas). A tutti i livelli le relazioni tra le persone si sono sfilacciate a danno di una comunicazione sempre piú fragile e malintesa e tutto questo non ha risparmiato nessuno, neppure i membri della Chiesa, noi sacerdoti i fedeli laici e i giovani seminaristi che si preparano al futuro ministero sacerdotale. Per questo motivo, il programma formativo di quest'anno raccoglie l'eco del papa Giovanni Paolo Il a cui è dedicato il nostro seminario, che tracciando il profilo del futuri candidati al sacerdozio, affermava: «Di particolare importanza è la capacità di relazione con gli altri, elemento veramente essenziale per chi è chiamato ad essere responsabile di una comunità e ad essere "uomo di comunione» (Pastores dabo vobis , 43). Le iniziative formative di quest'anno, allora, sono tese a ricreare le condizioni per riflettere sulla relazione e per vivere rapporti più stretti tra noi e con gli altri, attingendo all'esempio di Gesù e al personale rapporto con lui: fraternità, prossimità agli ultimi attraverso il volontariato, presenza assidua tra la gente in parrocchia catechesi e confronto aperto su tematiche ad hoc , ascolto di testimoni ricchi di fede e umanità, ospitalità e accoglienza clima semplice e familiare tra noi nella nostra piccola comunità occasioni provvidenziali accolte come dono per crescere nella capacità di relazione e accrescere le relazioni. Facciamo nostro anche il monito di papa Francesco, che proprio un anno to durante il simposio "Per una teologia fondamentale sul sacerdozio" (Città del Vaticano, 17-19 febbraio 2023) ricordava profeticamente ai partecipanti e a tutti noi «come la relazione con il Popolo Santo di Dio é per ciascuno di noi non un dovere ma una grazia. "L'amore per la gente è una forza spirituale che favorisce l'incontro in pienezza con Dio". Ecco perché il posto di ogni sacerdote è in mezzo alla gente, in un rapporto di vicinanza con il popolo». don Michele Di Martino Rettore del Seminario
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Comunità del Seminario del Seminario Metropolitano "Giovanni Paolo II" LA COMUNIT À DEL SEMINARIO Aggiornato all'Anno Formativo 2025/26 Dalla Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis n. 52 La comunità del Seminario è di fatto una famiglia, caratterizzata da un clima che favorisce l'amicizia e la fraternità. Tale esperienza aiuterà il seminarista a meglio comprendere, in futuro, le esigenze, le dinamiche e anche i problemi delle famiglie che saranno affidate alla sua cura pastorale. In quest'ottica sarà di grande beneficio alla comunità del Seminario aprirsi all'accoglienza e alla condivisione con diverse realtà, quali, ad esempio, le famiglie, le persone consacrate, i giovani, gli studenti, i poveri. I NOSTRI NUMERI 23 SEMINARISTI 6 FORMATORI 1 DIACONI
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